2015 – spartacus e le kattive maestre

Un film documentario di 77 min. regia di Alessandro Diaco
Scritto da Alessandro Diaco, Viola Nuvoletta, Luca Queirolo Palmas e Dagmar Thomann
Un gruppo di aspiranti maestre in un corso di sociologia esce dalle aule accademiche ed entra in quelle scolastiche…Un viaggio, con gli occhi di una generazione liquida, nei diversi mondi dell’educazione a partire dalle scuole elementari del centro storico genovese…
Stare coi bambini per capire come dovrebbero diventare gli insegnanti di domani… parlare di incertezza, precarietà, ansia, emergenza e ossessione, di paura, depressione, degrado, disagio, rabbia, odio… ma più di tutto… di vulnerabilità.
L’edificio dove si svolge la “messa in scena” è uno spazio regolato dai ritmi interni e prevede ruoli e parti che si alternano sulla ribalta, senza lasciar spazio alle sensazioni? Come si è modificata la percezione emotiva della scuola?Il corso di Sociologia dell’Educazione alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Genova, è frequentato da future maestre e maestri, educatrici ed educatori.
L’approccio etnografico al campo di ricerca, è la traccia su cui si muove il documentario. Il professore organizza gruppi di lavoro tra i suoi studenti che escono dalle aule accademiche per entrare nell’orbita del pianeta scuola. Seguendo pratiche educative fuori e dentro il contesto scolastico incontriamo gli alunni delle scuole Daneo e Garaventa, gli adulti stranieri che frequentano il corso al CTP per conseguire la licenza media, il Laboratorio Migrazioni dove si promuovono esperienze di educazione interculturale, la pedagogia progressista della scuola libertaria, la relazione tra arte e corpo nell’ambito del progetto mus-e… Alcuni dei temi trattati sono la costruzione del sapere, la dispersione scolastica, l’organizzazione dei programmi, i criteri di valutazione, la devianza, la selezione sociale, le connessioni tra formazione e orizzonti professionali.
Spartacus è l’insegnamento morale che proponiamo.
Siamo degli affannati difensori di facce nel teatrino quotidiano dell’esistenza… ma se la maschera è clonata e omologante… fate un po’ voi…