Il LSV partecipa al progetto TEU

Il Laboratorio di Sociologia Visuale e l’Associazione ON di Bologna sono tra i 20 vincitori del bando ORA! della Compagnia di San Paolo.
Il progetto, in un primo momento chiamato Boxinthecity, si chiama ora

TEU (Twenty-foot Equivalent Unit, la misura standard del container)

e si svilupperà da settembre 2016 ad aprile 2017.

Allan Sekula and Noël Burch, still from 'The Forgotten  Space', 2010,

TEU è un progetto d’arte contemporanea crossdisciplinare, sviluppato da ON in co-partecipazione con il DISFOR – Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. Nasce dalla volontà di esplorare il territorio e la società genovese nelle sue connessioni globali e nelle sue estensioni continentali (basso Piemonte, nord Italia, centro Europa e Baltico). Muove la sua riflessione dal porto di Genova, luogo intorno al quale si sono innescati importanti processi di riconfigurazione urbanistica e infrastrutturale del Nord-Ovest.
In questo contesto, il container diventa una chiave di lettura, da interpretare non solo come paesaggio e cifra della città portuale ma anche come luogo dove azioni e interazioni possono accadere. Il progetto si compone di due produzioni site specific da parte di artisti affermati a livello internazionale, a seguito di un periodo di residenza e permanenza in città.
La residenza sarà dilazionata nell’arco di 3 mesi e finalizzata alla realizzazione di un’indagine approfondita per costruire l’intervento. Gli artisti leggeranno la città “a misura di container” attraverso la collaborazione col tessuto culturale e associativo della città, oltre che con gli operatori economici e istituzionali coinvolti nella gestione e sviluppo della portualità.
Nell’arco della residenza, gli artisti saranno coinvolti nella realizzazione di workshop e presentazioni all’interno dell’Università per coinvolgere gli studenti nella fase produttiva del lavoro. Inoltre si svolgerà un progetto di ricerca e mappatura per individuare le tensioni e i conflitti tra mappe oggettive e soggettive, tra territori radicalmente ridefiniti dalle funzioni logistiche, da flussi e forme di produzione di spazio irriducibili alla scala del container.

Esito del Bando ORA!

logistica, ON, TEU

Per un Mediterraneo spazio di libera circolazione. Una lezione corale di sociologia fra Tunisi e Genova

Giovedì 28 aprile ore 13 aula 2 DISFOR – Corso A. Podestà

Il Rettorato dell’Università di Genova,
il Laboratorio di Sociologia Visuale e
il Laboratorio About Gender
del Dipartimento di Scienze della Formazione

invitano gli studenti, la cittadinanza e i mezzi di comunicazione ad una lezione sulle frontiere nel Mediterraneo e sulle conseguenze del proibizionismo migratorio.
Secondo Fortress Europe dal 1988 al 2015 sono almeno 27.382 le persone morte durante l’attraversamento delle frontiere europee; negli ultimi 15 anni respingimenti ed espulsioni, secondo i calcoli di Migrant’s files, sono costati 11.3 miliardi di euro in tutta Europa.
Il giorno 13 aprile l’Ambasciata Italiana a Tunisi ha negato il visto di ingresso al nostro collega Safouane Trabelsi, invitato nel quadro delle attività di un progetto europeo – Alyssa – di scambio scientifico fra le due sponde del Mediterraneo.
La lezione di giovedì, che coinvolgerà i professori e gli studenti dell’Istituto di Scienze Sociali dell’Università di Tunis el Manar, sarà l’occasione per presentare immagini e testimonianze estratte dal film sociologico, co-prodotto dal Progetto Alyssa e dall’Università di Genova, sulle aspettative e i desideri di futuro dei giovani dopo le primavere arabe.
Intervengono: Safouane Trabelsi (Tunis el Manar), Luisa Stagi, Luca Guzzetti, Luca Queirolo Palmas, Maria Rita Cifarelli (Progetto Alyssa-Unige), Alessandro Diaco, Lorenzo Navone, Mario Sei (Manouba, Tunisi), Andrea Torre (Centro Studi MEDI).
Porterà il suo saluto il Magnifico Rettore dell’Università di Genova.

Leggi il comunicato stampa

Genova, l’università italiana vietata dal governo al sociologo tunisino

noborder

Safouane Trabelsi è un giovane ricercatore universitario, protagonista di un programma finanziato dalla Comunità Europea. Lo aspettavano nel nostro ateneo per uno scambio culturale. Ma l’Ambasciata italiana ha messo il veto

MASSIMO CALANDRI

Safouane Trabelsi è un giovane sociologo tunisino. Un ricercatore universitario. Uno studioso, protagonista di un programma finanziato dalla Comunità Europea. Il dottor Safouane Trabelsi è tutte queste cose, e molte altre ancora. Ma non è un uomo libero. La sua storia, denunciata da Paolo Comanducci, Rettore dell’Ateneo genovese, è un amaro esempio di “proibizionismo migratorio”. Di quelle frontiere che nonostante le quotidiane tragedie s’innalzano ancora più alte, massicce, e non potranno assicurare – mai – un futuro di pace e sviluppo nel Mediterraneo.

Lo aspettavano nel capoluogo ligure una settimana fa, non è arrivato e non arriverà più. L’Università di Genova aveva sottoscritto un invito formale, pagato il biglietto aereo via Parigi. Si era formalmente fatta carico di tutte le spese durante il suo soggiorno nel capoluogo ligure, garantiva per lui. Niente da fare. L’Ambasciata italiana di Tunisi all’ultimo momento ha di fatto negato il visto di ingresso con una serie di sorprendenti eccezioni. «Il comportamento rigido dei funzionari ha arrecato un danno economico ma soprattutto simbolico», sostiene il professor Comanducci in una risentita lettera trasmessa a Raimondo De Cardona, ambasciatore, e per conoscenza a Paolo Gentiloni, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, insieme al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. No, il dottor Trabelsi non è un uomo libero: come lui, quanti in Tunisia e dall’altra sponda del Mediterraneo?

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