Crocevia Mediterraneo – Fare ricerca attraverso il mareUn’etnografia di un gruppo di ricercatrici e ricercatori nello Stretto di Sicilia. Un podcast ne racconterà il viaggio (tratto da Melting Pot)

Un gruppo di ricercatrici e ricercatori delle università di Genova e Parma attraverserà per due settimane, dal 26 settembre all’11 ottobre, il Mediterraneo centrale facendo tappa nei principali snodi della mobilità migrante e del controllo confinario europeo: Pantelleria, Lampedusa, Linosa, Malta. Per la prima volta, un’imbarcazione di scienziati sociali abita questo campo in prima persona, nello spirito di una sociologia pubblica che possa confrontarsi e incidere direttamente sul reale. Un podcast ne racconterà il viaggio, popolato da incontri e riflessioni su passato, presente e futuro delle forme di mobilità.

Le narrazioni dominanti nel campo politico e mediatico italiano rappresentano il Mediterraneo come uno spazio di separazione tra aree geograficamente e socialmente distanti, una barriera “naturale” che abissalmente divide realtà differenti. Al contrario, storicamente, il Mediterraneo è prima di tutto uno spazio di incontro, attraversamento, contaminazione tra soggetti diversi. In questa congiuntura, si configura come il luogo di frizione e conflitto tra le pulsioni “necropolitiche” della gestione migratoria e confinaria dell’Unione Europea e l’irriducibile spinta alla mobilità dei migranti. Il Mediterraneo è diventato confine mortifero, diretta conseguenza delle politiche migratorie europee attraverso la militarizzazione dei confini marittimi e terrestri, la criminalizzazione non solo di chi migra ma anche di chi svolge attività di supporto e solidarietà a chi è in transito, l’assenza sostanziale di politiche di accesso legali al territorio europeo.

Allo stesso tempo, lo spazio e le relazioni che si generano al suo interno producono un tessuto sociale complesso, dove razionalità, rappresentazioni e pratiche sfuggono le dicotomie e i “confini” sociali tra i soggetti si fanno più sfumati. Così, all’interno del perimetro descritto dalle politiche migratorie europee e dal suo apparato confinario, dalle reti e infrastrutture di controllo e mobilità, si muovono una molteplicità di attori, animati da interessi e prospettive differenti: migranti in transito, pescatori, marinai, guardiacoste, funzionari delle forze dell’ordine e delle agenzie europee, umanitari, solidali. Non solo visioni di chiusura e di difesa, ma anche voci e pratiche di apertura, che non trovano spazio nel dibattito mediatico e che invece manutengono la porosità o fluidità della frontiera di acqua, e in qualche modo rendono complesso il campo dei vissuti e delle visioni su questo mare tra le terre, su ciò che è stato, su ciò che dovrà essere.

È con questo campo cangiante che, come ricercatrici e ricercatori, ci proponiamo di entrare in relazione, abitando lo stesso spazio marittimo. Attraverso un punto di osservazione privilegiato perché in movimento, su un’imbarcazione, proveremo a dare conto della complessità di questo spazio, in un viaggio di due settimane con tappe a Pantelleria, Lampedusa, Linosa e Malta, dove per mare ascolteremo suoni e tempi del Mediterraneo e cercheremo di capire come si pone come attore tra gli altri, e poi di volta in volta ci riuniremo con gruppi di ricercatrici e ricercatori a terra incontrando e ascoltando testimonianze di chi vive e attraversa il mare. Un’etnografia del mare e nel mare costellata di incontri e della partecipazione diretta in questo contesto sociale complesso, per ricomporre memorie sul mare ad analisi del suo attuale, e rendere più visibile la polifonia di voci e la pluralità di visioni sul suo futuro, che è una importante posta in gioco.

Seguendo la vocazione della “sociologia pubblica” – un modo di intendere la pratica della ricerca sociale in connessione con lo spazio pubblico, come rigenerazione dello spazio pubblico che discende dalla produzione e dalla cura collettiva di “dati scientifici” -, daremo voce a questi incontri e al nostro abitare il campo raccontandone in episodi giornalieri di un podcast, in un dialogo costante tra le diverse temporalità e spazialità del mare, utilizzando suoni del mare, dialoghi con i testimoni, diari autoetnografici, componendo insomma argomentazioni politiche e esplorazioni visuali, sonore e poetiche sul Mediterraneo, poiché a partire dalle frizioni e rifrazioni che si generano tra i diversi posizionamenti, ma anche dall’ibridazione dei linguaggi, si possa arrivare ad immaginare una dimensione post-nazionale che sappia oltrepassare il governo delle mobilità imposto dagli stati. Infine, lo faremo in rete con esperienze di radio e laboratori coordinati da studenti universitari, perché la sociologia pubblica di cui parliamo parte innanzi tutto da una visione di università collettiva che anima i nostri progetti.

Questo primo viaggio etnografico si inserisce all’interno del progetto di ricerca MOBS (Mobilities, solidarieties and imaginaries across the borders / Prin 2020) di cui è capofila l’Università di Genova e il gruppo di ricerca legato al Laboratorio di Sociologia Visuale e in cui sono coinvolte l’Università di Milano Statale, di Napoli, di Padova, di Parma, che prende in esame le porosità del territorio nazionale italiano, indagando forme di mobilità e dell’abitare dei migranti in transito e le trasformazioni del governo confinario in quattro luoghi privilegiati: la montagna, il Mediterraneo, lo spazio urbano e lo spazio rurale.

Prima Missione 2022:

26 settembre: Marsala/Pantelleria – 27/29 settembre: Pantelleria/limite acque territoriali tunisine – 30 settembre/ 7 ottobre: Lampedusa/Linosa/limite acque territoriali libiche – 8/11 ottobre: Malta, workshop finale in collaborazione con l’Università di Malta e con la partecipazione di: Naor H. Ben-Yehoyada (Columbia University, US) e Chiara Denaro (Alarm Phone e Università di Trento), Neil Falzon (Aditus Foundation), Norert Bugeja, Gilbert Calleja, Daniela DeBono (University of Malta).

Equipaggio di ricerca:

Università degli Studi di Genova: Jacopo Anderlini, Arianna Colombo, Enrico Fravega, Luca Giliberti, Francesca Goletti, Antonino Milotta, Luca Queirolo Palmas, Gabriella Petti, Federico Rahola. Università degli Studi di Parma: Guglielmo Agolino, Daniela Leonardi, Vincenza Pellegrino, Veronica Valenti.

Qui il link all’articolo: https://www.meltingpot.org/2022/09/crocevia-mediterraneo-fare-ricerca-attraverso-il-mare/

articolo, MeltingPot

Doppia presentazione per “L’abitare migrante”, di Enrico Fravega

Due presentazioni in due giorni, per “L’abitare Migrante. Racconti di vita e percorsi abtativi di migranti in Italia“.

  • Mercoledì 14 settembre, alle ore 15, online sulla piatttaforma online Attiviamo Energie Positive
  • Giovedì 15 settembre, alle ore 18, in presenza, a Genova in Piazza Rostagno: dialogo tra l’autore e Andrea Torre, Direttore del Centro Studi Medì.

Clicca qui per scaricare un estratto del testo.

home-making, housingpathways, migrations

Fare etnografia del mare. Prima missione di ricerca nello Stretto di Sicilia [26 settembre 2022 – 11 ottobre 2022]

L’etnografia come pratica di ricerca nelle scienze sociali è comunemente associata alla dimensione dell’immersione e della partecipazione ad un contesto. Dalla vicinanza e la frequentazione, dall’intensità temporale delle relazioni che il ricercatore è in grado di attivare, nasce la profondità e l’accuratezza del sapere scientifico prodotto.

Il progetto MOBS (Mobilities, solidarieties and imaginaries across the borders / Prin 2020 ), di cui UNIGE e il Laboratorio di Sociologia Visuale sono capofila, mette al centro il mare – e in particolare lo Stretto di Sicilia – come luogo di scambi, incontri, conflitti che ruotano spesso attorno  alla mobilità. Quattro categorie di soggetti appaiono cruciali per esplorare il mare come borderland: i migranti in viaggio, le diverse polizie e agenzie istituzionali addette al controllo, le reti e infrastrutture di soccorso della società civile, i pescatori. Attraverso le frizioni e i conflitti fra questi soggetti colti nella loro dimensione relazionale, intendiamo allargare lo sguardo ad altri players che insistono su tale spazio marino e che contribuiscono ad innescare continui processi di bordering/debordering: dal turismo al traffico delle merci.

MOBS realizzerà una originale etnografia del mare osservando le relazioni fra questi soggetti nel contesto in cui si dispiegano: nei porti, nelle missioni di soccorso, nelle campagne di pesca, nelle iniziative di controllo e sorveglianza. Il dispositivo di ricerca adottato prevede l’imbarco di 8 ricercatori delle diverse unità coinvolte (Parma, Napoli, Genova) e la costruzione di percorsi di osservazione e monitoraggio che coinvolgeranno non solo la Sicilia, ma anche Malta, la Tunisia e le acque internazionali prospicienti la Libia.  Nel corso dei prossimi due anni di fieldwork sono in programma quattro missioni della durata variabile fra le due e le tre settimane e che si terranno in autunno e tarda primavera. Ogni missione si chiuderà con un workshop in cui i risultati di ricerca saranno condivisi e discussi grazie alla partecipazione di illustri studiosi del mare. Ogni missione vedrà la partecipazione di un artista a bordo invitato con l’obiettivo di contaminare il linguaggio della ricerca attraverso altri codici. La restituzione dell’etnografia complessiva di MOBS (che coinvolge altri territori oltre quello marino) consisterà anche nella generazione di una esposizione artistica itinerante.

Prima Missione 2022:

26 settembre: Marsala/Pantelleria – 27/29 settembre: Pantelleria/limite acque territoriali tunisine – 30 settembre/ 7 ottobre: Lampedusa/Linosa/limite acque territoriali libiche – 8/11 ottobre: Malta, workshop finale in collaborazione con l’Università di Malta e con la partecipazione di: Naor H. Ben-Yehoyada (Columbia University, US) e Chiara Denaro (Alarm Phone e Università di Trento), Neil Falzon (Aditus Foundation) Daniela DeBono, Gilbert Calleja (University of Malta).

Equipaggio di ricerca:

Università degli Studi di Genova: Jacopo Anderlini, Arianna Colombo, Enrico Fravega, Luca Giliberti, Francesca Goletti, Antonino Milotta, Luca Queirolo Palmas, Federico Rahola. Università degli Studi di Parma: Vincenza Pellegrino, Veronica Valenti. La Sapienza Università di Roma: Matteo Aria. L-Università ta’ Malta: Daniela DeBono.

border, confini, migrations, migrazioni, ricerca sociale

The welcoming of refugees and grassroot solidarity / Call for papers – EXTENDED DEADLINE [15.07.2022]

Within the scope of the Refinteg project[1], the University of Genoa and the Institut national de la recherche scientifique (INRS, Canada), in partnership with the Laboratorio di Sociologia Visuale and Centro Studi Medì, are organizing the international conference “The welcoming of refugees and grassroots solidarity: state of research and best practices in Europe and Canada“.

The purpose of the conference is to explore current developments in refugee intake and solidarity practices in Europe and Canada through three main areas:

  • Politics of refugee reception
  • Welcoming and local solidarity
  • Private refugee sponsorship programs

In an effort to provide an open and multidisciplinary platform for dialogue, the organizers invite established and emerging scholars and practitioners to share their research and expertise in the field and welcome approaches from a variety of disciplines, including, but not limited to, sociology, anthropology, geography, law, political science and urban studies.

The conference language is English. Submissions should not exceed 300 words, and should be submitted along with a short biography of the author(s) by JULY 15, 2022 to ervis.martani@unige.it. Accepted proposals will receive a notification by July 15, 2022. Selected papers will be evaluated by the organizers for submission to a special issue of a peer-reviewed journal. The final paper must therefore be submitted by October 15, 2022.

For further information please contact ervis.martani@unige.it


[1] This project has received funding from the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme under the Marie Skłodowska-Curie grant agreement No. 835466. The content of this publication reflects only the author’s view and the Agency is not responsible for any use that may be made of the information it contains.

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